La Magistratura
Editoriale
Per una rinnovata continuità

L’Associazione Nazionale Magistrati vive un momento di particolare delicatezza.L’indagine di Perugia ha disvelato falle e debolezze di un sistema che hanno rischiato di delegittimare, unitamente alla Istituzione Consiliare, l’intera Magistratura italiana, con particolare riguardo a quella associata.Di fronte allo smarrimento dell’etica dei comportamenti, l’Associazione ha saputo reagire con fermezza.Ha saputo riconoscersi come “istituzione.”Con prese di posizione nette e chiare, ha riaffermato i principi che devono continuare ad ispirare l’esercizio della giurisdizione, nelle sue varie declinazioni. Nondimeno, in questa fase di fibrillazione, si è avvertito ancora più forte il pericolo di uno scollamento di tanti Magistrati rispetto all’attività dell’ANM.E’ crescente la sfiducia nei confronti della attività associativa. L’ANM appare a molti lontana dal quotidiano che ciascun Giudice o PM vive nel suo Ufficio, ingabbiata dalla logica delle correnti e condizionata da strategie di acquisizione del consenso.Vista con diffidenza, essa è ingenerosamente considerata mera corsia preferenziale da percorrere per assumere incarichi, ottenere candidature ovvero, in generale, acquisire vantaggi personali sul piano professionale.
Ebbene, a tanto l’ANM deve rispondere solo in un modo.Con la qualità dei suoi contenuti e della sua attività. Alla logica del disfattismo deve ribattersi con l’entusiasmo della proposta, con la professionalità dell’apporto, con la generosità dell’impegno personale, in una prospettiva costruttiva e ripropositiva.Affinché l’ANM continui ad essere un riferimento centrale per tutti i Magistrati italiani, è necessario che sia difesa come “casa comune” da tutte le indiscriminate ed ingiuste delegittimazioni, dovendosi profondere in essa le migliori energie. Questo numero della Rivista vuole riaffermare questo approccio, unitamente al valore della partecipazione alla vita associativa. L’allontanamento di molti Magistrati non è da analizzare solo in termini di effetto, ma come causa della crisi che vivono l’associazionismo ed i gruppi all’interno dell’ANM.Le critiche, anche aspre e fondate, all’operato del CSM, dei Consigli Giudiziari, dei Direttivi o Semidirettivi ovvero all’andamento in genere del sistema giustizia sono sostanzialmente inutili quando non veicolate in iniziative propositive.Restano grida nel deserto incapaci di rimuovere le criticità del nostro mondo. La risposta non può essere il disimpegno. Solo la presenza costante nei gruppi o nella vita della associazione, facendo sentire nei relativi consessi la propria voce, può determinare un nuovo movimentismo e, quindi, consentire il raggiungimento degli obiettivi declamati nelle conversazioni personali nonché degli aneliti riformisti di cui tanti colleghi si fanno portatori. Se al centro dell’impegno associativo devono svettare idee e contenuti, è importante trasmettere la poliedricità dell’attività cui è chiamata l’ANM, nella variegata diversità della sua azione.L’ANM è partecipazione attiva e viva al dibattito politico del paese quando si discute su temi che toccano il mondo della Giustizia. Essa deve essere sempre in grado di offrire contributi illuminanti e tecnicamente qualificati allorquando il legislatore mette mano a progetti di riforma.Ed ecco che la prima parte della Rivista è tutta dedicata ai contributi redatti dai Colleghi sui progetti di riforma in discussione in questi mesi.L’ANM è confronto ideale, riflessione sui nostri valori di riferimento, dibattito sul senso e sulla finalità dell’azione della magistratura associata.Ed ecco che la Rivista propone taluni contributi sul ruolo del Magistrato di oggi, sulle problematiche della rappresentanza nella vita associativa e nella dimensione consiliare, sul significato attuale del sano impegno correntizio. L’ANM è attenzione alle sopravvenienze giurisprudenziali, alle nuove istanze provenienti dalla società civile, ai temi della bioetica spesso interferenti con il diritto.Ed ecco che la Rivista propone contributi su pronunciamenti significativi delle SS.UU., su questioni giuridiche di forte impatto etico oggetto anche di interventi della Consulta, su tematiche di assoluta attualità come l’immigrazione, onde scandagliarne profili giuridici e culturali meritevoli di riflessione. L’ANM è tutela del Magistrato, salvaguardia dei suoi diritti, difesa delle sue condizioni di lavoro.Gli aspetti disciplinari devono sempre essere adeguatamente monitorati.E le tematiche sindacalisono state al centro di questo quadriennio del CDC, visto che l’Associazione ha per la prima volta costituito l’Ufficio Sindacale dell’ANM, quale struttura associativa stabilmente deputata a curare, approfondire e divulgare tutti i temi di maggiore attualità che riguardano il “magistrato-lavoratore”nonchè le sue legittime aspettative. Si è financo offerto agli associati uno sportello di consultazione on line per rivolgere all’Ufficio Sindacale quesiti retributivi, previdenziali o ordinamentali.Ed ecco che questo numero della Rivista ha destinato una sezione a talune tematiche disciplinari nonché alle questioni sindacali di maggiore interesse negli ultimi mesi, onde informare i lettori delle attività svolte a riguardo dall’Ufficio Sindacale e delle iniziative in corso.Il segno che si vuole lanciare è chiaro.Operativa su tutti i campi, pronta a fornire il suo apporto agli interlocutori esterni alla giurisdizione, custode attenta delle prerogative dell’ordine giudiziario, riferimento costante dei Magistrati tutti, l’ANM c’è e ci sarà. Se noi continueremo a volerlo.
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Gennaio - Marzo 2020
anno LXVIII - Numero 1
